M 45 (Ammasso Aperto) - Pleiadi - 2017

Oggetto: M 45
Costell: Tau
Data: 20/12/2017
A.R.: 03h 47m
Dec: +24° 07'
Posa: 160' per luminanza
50' per ciscun filtro RGB
Telescopio: FLT98
Focale: 510
CCD: ST8300
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- Osservatore -
Andrea SOFFIANTINI

PLEIADI

Famosissimo ammasso aperto nella costellazione del Toro, facilmente visibile anche ad occhio nudo come un piccolo gruppo di stelle che richiamano, con scala minore, il Grande Carro nella costellazione dell'Orsa Maggiore. Noto fin dall'antichità come "le sette sorelle" o "le sette colombe", è composto in realtà da circa un centinaio di stelle.
Sebbene l'osservazione visuale non consenta di cogliere l'intricata nebulosità in cui è immerso, attraverso un binocolo rivela uno stupendo oggetto. Il telescopio, con il suo piccolo campo, rende male la sua visione, a meno di non utilizzare corte focali e il minore ingrandimento possibile.
Paradossalmente, essendo il più luminoso oggetto del catalogo di Messier, la sua ripresa fotografica non è affatto banale: se da un lato la nebulosità azzurra tende a rivelarsi già con strumenti modesti e brevi tempi di esposizione, dall'altro risulta complesso giungere a un'immagine, morbida ed equilibrata, che mostri anche le delicate nubi grigio-brunastre sullo sfondo. Basti pensare che la stella più luminosa, Alcione, è circa 95'000 volte più luminosa della stella arancione che costituisce la graziosa coppia bicroma al centro dell'ammasso, che a sua volta è circa 70 volte più luminosa del più tenue dettaglio visibile nell'immagine. Il problema della "compressione del range dinamico" è quindi l'elemento principale dietro alle diverse possibilità di elaborazione. La scelta più comune è quella di impiegare una forte compressione del range dinamico, con l'effetto di uniformare molto la luminosità della nebulosa e cancellare completamente gli aloni attorno alle stelle più brillanti; in questo caso si è invece optato per modulare questo effetto, in modo da preservare in parte gli aloni che emergerebbero con una semplice elaborazione lineare, per dare alla vista una percezione più vicina alla realtà fisica dell'oggetto.

Distanza: 440 a.l. - Età: 100 milioni anni
Dimensioni apparenti: 2 gradi - Dimensioni reali 12 a.l.
Tempo complessivo di ripresa: 5h 10min
Elaborazione con calibrazione colore fotometrica, stretching arcoseno-iperbolico e equalizzazione locale dell'istogramma limitata ai mezzitoni.
Elaborazione di: Andrea SOFFIANTINI

L'oggetto era stato ripreso anche nel 2011 dal rifugio Bazzena. Per vederlo