Tour Astronomico a Brescia per le scuole


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Monumenti di interesse astronomico


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ITINERARIO "ARTE & SCIENZA"

DAL "MUSEO DELLE COSTELLAZIONI"
AI MUSEI D'ARTE E STORIA

1) L'Osservatorio Astronomico Serafino Zani
2) Planetario di Lumezzane
3) Meridiana orizzontale nella chiesa di San Giuseppe
4) Quadrante Astronomico di Piazza della Loggia
5) Sfera Armillare (monumento a Nicolò Tartaglia)
6) Collezione di antichi strumenti scientifici (Civici Musei di Arte e Storia)
7) Meridiana catottrica nel convento di S. Cristo
8) Civica Specola Astronomica Cidnea (Castello di Brescia)
9) Meteorite di Alfianello (Museo di Scienze Naturali)

10) Valle delle stelle (Mompiano)

Tra gli itinerari turistici e culturali di Brescia ve n’è uno che fa tappa tra i luoghi, i monumenti e i musei di interesse astronomico. Lo promuove dalla fine degli Anni Ottanta l’Unione Astrofili Bresciani, descrivendolo in pubblicazioni, siti Internet e durante le attività di astronomia nelle scuole. Queste visite astronomiche vengono proposte al pubblico e agli studenti in gita di istruzione e hanno luogo al Castello di Brescia, nella Valle delle Stelle (Mompiano), tra i monumenti e i musei di Brescia e nelle sedi di interesse scientifico di Lumezzane. La Specola Cidnea "Angelo Ferretti Torricelli”, situata nel settore orientale della fortezza cittadina, è il punto di partenza dell’itinerario turistico che fa tappa in Piazza Loggia (dove si trova il quadrante astronomico dell’orologio del XVI secolo e la vicina meridiana del Convento di San Giuseppe, anno 1792).

Il quadrante astronomico dell'orologio di Piazza Loggia e particolare (a destra) del meccanismo interno

Il catalogo dedicato all'orologio di Piazza Loggia può essere consultato nella biblioteca Queriniana di Brescia, nella quale si trovano antichi testi di interesse anche astronomico.
Lo stesso logo della biblioteca contiene un riferimento astronomico. Le sette stelle a destra della figura femminile (forse la musa Calliope o la personificazione della Sapienza) rappresentano la costellazione del Grande Carro



Tra i monumenti dell’itinerario figura anche la sfera armillare che si può notare a fianco della statua di Nicolò Tartaglia (via Trieste). I musei segnalati sono invece quello di Santa Giulia, dove si trova l’astrolabio bizantino (anno 1062) e il grande globo celeste (1640) di Henricus Hondius (nelle raccolte dei Civici Musei di Storia ed Arte vi è una preziosa raccolta di decine di antichi strumenti scientifici del passato), la Pinacoteca Tosio Martinengo, dove è esposto il quadro “Newton scopre la rifrazione della luce” (1827) di Pelagio Palagi, e il Museo di scienze naturali, dove è conservato il meteorite di Alfianello (16 febbraio 1883), il più grande caduto in Italia.


L’ottava tappa dell’itinerario è nella “Valle delle Stelle”, nella zona più interna della Valle di Mompiano (a nord di Brescia), il luogo più buio del territorio comunale, dove il cielo notturno è ancora, in parte, protetto dall’inquinamento luminoso. Alle spalle della ex-Polveriera vi è un’area adatta per lo svolgimento di attività di fotografia astronomica e nel rifugio gestito dall’Associazione “Gnari dè Mompià” hanno luogo le attività con le scuole promosse dal Coordinamento dei gruppi scientifici bresciani.


 
Il percorso didattico termina a Lumezzane dove dieci anni fa è nato l’Osservatorio Astronomico Serafino Zani del colle San Bernardo e dove si trova anche il Planetario di Lumezzane denominato “Museo delle costellazioni”.

Le scuole in visita di istruzione al Planetario di Lumezzane possono richiedere una visita, con un nostro accompagnatore, ad alcuni dei luoghi di questo itinerario. La passeggiata, della durata di almeno due ore, inizia al Castello di Brescia e prosegue verso i monumenti e i musei dell'itinerario descritto in seguito.


Per prenotazioni e informazioni sull’itinerario: tel. 348 56 48 190


Raccolta di immagini, disegni e fotografie che si possono vedere lungo il tour. (clicca sull'immagine per ingrandire)

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Quadrante astronomico dell'orologio astronomico di Piazza Loggia (XVI secolo)
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Meridiana orizzontale (anno 1792) del convento di S. Giuseppe (particolare)
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Pinacoteca Tosio-Martinengo: "Newton scopre la rifrazione della luce" di Pelagio Palagi
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Luca Giordano. Un astrologo, 1657-1658, Pinacoteca Tosio-Martinengo, Brescia.
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Luca Giordano. Venditore di oroscopi, 1657-1658, Pinacoteca Tosio-Martinengo, Brescia
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Disegno di Stefania della Scuola Media di Bovezzo ispirato alla visita guidata, a cura dell'Unione Astrofili Bresciani, al quadro "Newton scopre la rifrazione della luce" di Pelagio Palagi
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Visita guidata, a cura dell'Unione Astrofili Bresciani, al globo celeste di Henricus Hondius (1640). Disegno di Elisa (Scuola media di Bovezzo, Brescia).

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Il grande globo celeste di Henricus Hondius che risale all'anno 1640

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Sfera armilare a fianco della statua di Nicolò Tartaglia (davanti all'Istituto Magistrale "Gambara")
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Astrolabio bizantino dell'anno 1062, il pezzo più importante della collezione degli antichi strumenti scientifici conservati nei Civici Musei d'Arte e Storia
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Il frammento principale del meteorite di Alfianello (1883) è esposto presso il Museo di scienze naturali ed è ancora oggi il più grande caduto sul territorio nazionale. Disegno di una alunna della scuola elementare Calini di Brescia
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La Specola Astronomica Cidnea del Castello di Brescia è stata fondata nel 1953 da Angelo Ferretti Torricelli. E' stato il primo Osservatorio astronomico italiano destinato al pubblico.
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L'Osservatorio Serafino Zani è stato realizzato nel 1993 dal Centro Studi e Ricerche Serafino Zani sul colle San Bernardo. Nella foto di Giovanni Arici la cometa Hale-Bopp sopra la cupola dell'Osservatorio Serafino Zani
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Per maggiori info, con il mouse sull'immagine

Curiosità astronomiche in provincia di Brescia
Attività di Gnomonica
Concorso "Le ombre del tempo"

OROLOGI SOLARI

Sono numerosi i comuni del Bresciano dove si possono trovare degli orologi solari. Non sempre sono in ottimo stato. La sola presenza dello stilo nel muro, con le linee cancellate, come a volte accade, ne nasconde l'esistenza agli occhi dei non esperti. Questi strumenti per la misura del tempo, dal punto di vista della loro funzione, appartengono decisamente al passato. Eppure vi sono centinaia di appassionati in Italia che si dedicano all'antica arte della gnomonica.

In quella che comunemente viene chiamata meridiana si fondono elementi astronomici, geometrici, storici e artistici. Questi aspetti rendono l'orologio solare uno strumento di particolare interesse didattico. Imparare a leggere una meridiana significa iniziare ad approfondire alcuni temi di geografia astronomica, materia che interessa sia gli studenti delle scuole dell'obbligo sia quelli delle superiori. Per questo motivo gli insegnanti di scienze e di geografia sono invitati a coinvolgere gli studenti nell'individuazione degli orologi solari presenti nel territorio comunale. Per aiutare i docenti nella realizzazione di questa attività è disponibile l'elenco delle centinaia di quadranti solari presenti nella nostra provincia, pubblicato nel 1990 dall'Unione Astrofili Bresciani ed aggiornato da Mario Margotti per conto dell'U.A.B. (per inviare nuovi dati per il censimento scrivere a mario.margotti@alice.it). Il primo censimento venne pubblicato nel 1990 dall'Unione astrofili bresciani in una pubblicazione alla quale avevano collaborato Giacomo Agnelli, Francesco Azzarita, Luigi Faletti, Nicoletta Lanciano, Agostino Micheli, Giovanni Paltrinieri, Ulisse Quadri, Loris Ramponi e Corrado Riccarand.

Censimento quadranti solari bresciani

Sono anche disponibili gli elenchi degli orologi solari di molte altre località del nostro Paese nell'ambito del censimento nazionale curato dall'Unione Astrofili Italiani (per maggiori informazioni: Enrico Del Favero, via Lambro 2, 20129 Milano, tel./fax 02/29526746). Proprio nelle pagine de "Il Sagittario" venne lanciata e iniziata la raccolta dei nominativi di coloro che nelle diverse province avevano pubblicato o redatto dei censimenti sugli orologi solari. Oggi, grazie all'impegno dell'U.A.I., sono disponibili i referenti per l'Archivio Nazionale delle 103 province del nostro Paese. Questo censimento é disponibile in un apposito programma informatico la cui prima versione era stata preparata nel 1990, su incarico dell'U.A.I., dagli astrofili bresciani e in particolare da Luigi Faletti.

Alla costruzione degli orologi solari è invece dedicato il concorso biennale "Le ombre del tempo". Il concorso è aperto a tutti i costruttori, dai principianti ai professionisti, ed anche nelle precedenti edizioni numerose scuole vi hanno preso parte. Le fotografie delle opere devono essere inviate entro il 30 giugno degli anni dispari all'Osservatorio Serafino Zani al quale può essere richiesto il bando del concorso.

All'approfondimento di questa tematica è stato dedicato il IX Seminario nazionale di gnomonica che si svolse nel 1999 sul Lago di Garda a San Felice del Benaco presso l'auditorium della Casa di Accoglienza "Il Carmine". Il seminario venne organizzato dalla Sezione Quadranti Solari dell'Unione Astrofili Italiani, dall'Unione Astrofili Bresciani, dall'Osservatorio Serafino Zani e dal Gruppo Milanese Quadranti Solari. Il Seminario è stato ideato ed organizzato nelle sue prime edizioni con il contributo degli astrofili bresciani insieme ai colleghi di Bari, Feltre e S. Elpidio. Al IX Seminario erano ben 107 gli iscritti e sono state presentate 45 memorie che sono state raccolte negli atti. Questa pubblicazione, insieme ad altre 16 monografie sulla gnomonica, può essere richiesta all'Osservatorio Serafino Zani.

 

 

PUBBLICAZIONI GNOMONICHE

Il numero delle opere pubblicate in questo settore è molto vasto, di seguito ne troverete qualche esempo.
Per eventuali nuove segnalazioni inviare le pubblicazioni al Centro Studi e Ricerche Serafino Zani, via Bosca 24, 25066 Lumezzane.

Christopher St. J. H. Daniel, Sundial, Shire Publications Ltd,
ISBN 0 85263 808 6

Piero Gaggioni, L'ora di fratello Sole: meridiane della Valtellina e della Valchiavenna, 2000

Ch. Massin, Les cadrans solaires, Edition Ch. Massin, Paris,
ISBN 2-7072-0084-0

Denis Savoie, La gnomonique, Editions "Les belles lettres", 2001,
ISBN 2-251-42016-9



Visita guidata alla meridiana della chiesa di S. Giuseppe

 

 

 

Il foro gnomonico (puntino bianco in alto).

Particolari della meridiana del 1792

Illustri bresciani del passato nel firmamento

E’ una coppia inedita quella che da quest’anno viene riunita sotto il segno degli astri. Non si tratta nè di una nuova costellazione nè di vecchie superstizioni, ma di storia e scienza. I due protagonisti sono infatti celebri scienziati bresciani del passato, Padre Benedetto Castelli e Camillo Golgi, che vedono suggellata la loro notorietà anche nel firmamento. La curiosa vicenda che li fa nuovamente balzare agli onori delle cronache prende il via lo scorso novembre quando al Museo di Scienze Naturali di Brescia si svolse l’annuale Meeting di Astronomia pratica.
E’ un appuntamento durante il quale si ritrovano al Museo di via Ozanam studiosi e appassionati del cielo stellato, in particolare coloro che indagano i corpi celesti e, non rare volte, ne scoprono anche di nuovi.Tra gli oggetti del cielo che i dilettanti possono scoprire ci sono gli asteroidi, pianeti di piccole dimensioni, da centinaia di km a decine di metri, detti infatti pianetini, che in prevalenza orbitano tra Marte e Giove. Dal 1801, quando l’astronomo valtellinese Giuseppe Piazzi scoprì il primo pianeta nano, battezzato Cerere ne sono stati fino ad ora scoperti decine di migliaia e si stima che il loro numero possa essere superiore al milione.

Alcuni asteroidi possono intersecare l’orbita della Terra e sono potenzialmente pericolosi.
Per questa ragione il cielo è continuamente sorvegliato da telescopi automatici. Nel sito web degli astrofili bresciani c’è una pagina (http://www.astrofilibresciani.it/Asteroidi/Aster_Bresciani.htm) che elenca tutti i pianetini dedicati a bresciani o che comunque hanno un legame con il nostro territorio (Brixia, Bassano Bresciano, Salò, Lumezzane). Gli astronomi bresciani Massimo Della Valle e Marco Micheli, rispettivamente direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte-Napoli (Istituto Nazionale di Astrofisica) e ricercatore al NEO Coordination Centre dell’Agenzia Spaziale Europea a Frascati, Roma, notarono immediatamente che tra i nomi assegnati agli asteroidi c’erano due vistose lacune. In pratica mancavano i nomi di celebri scienziati che ebbero i loro natali proprio nel nostro territorio.

 

Alla costruzione degli orologi solari è invece dedicato il concorso biennale "Le ombre del tempo". Il concorso è aperto a tutti i costruttori, dai principianti ai professionisti, ed anche nelle precedenti edizioni numerose scuole vi hanno preso parte. Le fotografie delle opere devono essere inviate entro il 30 giugno degli anni dispari all'Osservatorio Serafino Zani al quale può essere richiesto il bando del concorso.

All'approfondimento di questa tematica è stato dedicato il IX Seminario nazionale di gnomonica che si svolse nel 1999 sul Lago di Garda a San Felice del Benaco presso l'auditorium della Casa di Accoglienza "Il Carmine". Il seminario venne organizzato dalla Sezione Quadranti Solari dell'Unione Astrofili Italiani, dall'Unione Astrofili Bresciani, dall'Osservatorio Serafino Zani e dal Gruppo Milanese Quadranti Solari. Il Seminario è stato ideato ed organizzato nelle sue prime edizioni con il contributo degli astrofili bresciani insieme ai colleghi di Bari, Feltre e S. Elpidio. Al IX Seminario erano ben 107 gli iscritti e sono state presentate 45 memorie che sono state raccolte negli atti. Questa pubblicazione, insieme ad altre 16 monografie sulla gnomonica, può essere richiesta all'Osservatorio Serafino Zani.

Ad esempio non c’era alcun pianetino intitolato a Benedetto Castelli (1578-1643) allievo prediletto di Galileo, che condivise e forse suggerì a Galileo stesso di effettuare le osservazioni delle fasi di Venere. C’è una lapide alla Specola Cidnea che ricorda il contributo di Castelli, monaco e uomo di scienza, alla teoria copernicana e un’altra presso la chiesa di San Faustino che cita i suoi studi di idraulica.

Allo stesso modo non c’era un asteroide dedicato ad uno dei maggiori “esploratori” del corpo umano del secolo scorso, Camillo Golgi (1843-1926), scopritore dell’apparato Golgi e autore di altre importanti scoperte biologiche alle quali è sempre stato attribuito il suo nome. Golgi nel 1906 fu insignito, primo italiano in assoluto, del Premio Nobel per la Medicina (precedette di pochi giorno Giosuè Carducci che lo ottenne per la letteratura).


Così, grazie agli astronomi Della Valle e Micheli, che hanno avviato l’iter per le nuove intitolazioni, da quest’anno anche Castelli e Golgi hanno un loro posto in cielo. La commissione internazionale che si occupa della nomenclatura dei corpi celesti ha approvato la richiesta che è stata ufficializzata con la pubblicazione dell’intitolazione nella circolare del Minor Planet Center, che ha sede allo Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge negli Stati Uniti (www.minorplanetcenter.net). I due asteroidi “Castelli” e “Golgi”, hanno diametri di pochi km e sono rispettivamente il numero 6857 e il 6875, scoperti nel 1990 e nel 1994, in uno dei più celebri Osservatori astronomici del secolo scorso, quello californiano di Monte Palomar.
L’intitolazione dei due asteroidi a Padre Benedetto Castelli e a Camillo Golgi sarà oggetto nel prossimo autunno di conferenze pubbliche che si svolgeranno a Brescia, per celebrare i due illustri studiosi, e saranno condotte da loro “colleghi”, astronomi e medici del terzo millennio. E chissà che in futuro il numero dei bresciani tra gli astri del cielo non venga arricchito con altri nomi prestigiosi.


ITINERARI DI “ARTE E SCIENZA”


I Musei d’Arte e Storia di Brescia conservano, tra le importanti opere di interesse storico e artistico che espongono, anche preziosi strumenti e quadri di interesse scientifico. La scienza, si sa, è spesso considerata come una “cenerentola”, specialmente al cospetto delle discipline umanistiche. Qualche volta però può permettersi di indossare abiti che la rendono più vistosa, soprattutto quando si mette in mostra in una sede prestigiosa. Quale migliore scenografia allora per un itinerario tra “Arte e Scienza” di quella offerta dalla Pinacoteca Tosio-Martinengo e dal Museo di Santa Giulia dove in rare occasioni vengono esposte le opere più importanti di quel “Museo di arte e scienza”, per ora solo immaginato, che forse un giorno potrà essere visitato in tutta la sua completezza.

Nelle raccolte della Pinacoteca Tosio-Martinengo è conservata l’opera “Newton scopre la rifrazione della luce”. La magia dei colori, che appaiono in una bolla di sapone, fa infatti da sfondo a quest’opera del 1827, dipinta da Pelagio Palagi su incarico di Paolo Tosio, che ritrae il volto pieno di sorpresa di Newton. Il committente dell’opera voleva che dallo sguardo dello scienziato trasparisse il senso della scoperta, l’intuizione del genio che comprende il senso dei fenomeni. L’opera riproduce fedelmente anche il telescopio riflettore ideato da Newton, un globo celeste dove si possono chiaramente distinguere le figure delle costellazioni e dei libri fondamentali della storia dell’astronomia.

Tra le collezioni del Museo di Santa Giulia vi è invece un enigmatico disco di bronzo che risale all’anno 1062. I misteri che avvolgono lo strumento non sono legati solo alle non facili scritte che lo caratterizzano, ma ai numerosi particolari di questo strano oblò cosmico. Infatti questo prezioso oggetto chiamato “Bizantino” è un sorta di finestra sui cieli stellati, quelli visibili a varie latitudini, come quelle attraversate dai sapienti viaggiatori che per orientarsi nei loro spostamenti utilizzavano gli astrolabi.

Si tratta dei più importanti strumenti astronomici del Medioevo, conservati anche nella collezione di strumenti scientifici del Museo di Santa Giulia dove ve ne sono almeno tre, dei quali il più importante è proprio l’astrolabio “Bizantino” già esposto in prestigiose sedi museali, come il National Maritime Museum di Londra.

Questi strumenti e queste opere rappresentano un prezioso tassello di quell’itinerario tra “Arte e scienza” che il Centro Studi e Ricerche Serafino Zani e l’Unione Astrofili Bresciani promuovono, anche all’estero, per far conoscere luoghi ed opere di interesse astronomico della città. L’itinerario è infatti oggetto anche di visite guidate e passeggiate rivolte in talune occasioni all’utenza libera, comprese famiglie e bambini, e in altre ai gruppi organizzati e alle scuole. Queste attività sono segnalate nel calendario del sito www.astrofilibresciani.it e possono essere prenotate chiamando il Centro Studi e Ricerche Serafino Zani (tel. 030/872164).

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Astrolabio bizantino (anno 1062) conservato nel Museo di Santa Giulia.

Particolare dell'astrolabio

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Articolo sul tema "Arte e astronomia: esperienze didattiche" pubblicato sulla rivista "Planétariums" dell'anno 1998, dedicato alle esperienze degli astrofili bresciani nei musei bresciani.